The Good Life
Summary: The Good Life by Jay McInerney is not one of his “great” novels.
Ho appena finito di leggere The Good Life di Jay McInerney. E’ la storia di Luke, un esperto finanziario di Wall Street di grande successo, sposato a Sasha, una donna estremamente bella e sofisticata; e di Corrine, una autrice di sceneggiature di scarso successo, mamma di due gemelli e sposata a Russel, un editore di modesto successo.
Riassunto
Quello che segue è un riassunto senza troppi spoiler.
Luke è in crisi di mezza età, e si è preso un “sabbatico” dal suo lavoro per riprendere i contatti con sua moglie e sua figlia Ashley, che a 13 anni è in piena adolescenza e non ne vuole sapere.
Russel è in crisi di mezza età; ha un’amante che soddisfa i suoi desideri sessuali e per il resto quando è a casa si dedica in parte ai gemelli, ma soprattutto al suo grande hobby, la cucina (immaginatevi che palle.)
Corrine è in crisi perché Russel è distante (a letto legge i manoscritti); perché non riesce a completare la sceneggiatura a cui sta lavorando; perché i gemelli sono nati con la fecondazione artificiale; perché è convinta di essere una cattiva madre…
La vicenda si svolge a New York dal 10 settembre 2001 fino al Natale dello stesso anno. Il giorno dell’attacco aereo Luke si salva per caso. Incontra Corrine; cominciano a frequentarsi.
IMHO
Prima di tutto mettiamo in chiaro che si tratta di un libro di un autore di prima classe. I personaggi escono fuori dalla pagina, si capisce che l’autore descrive sempre solo persone che conosce e situazioni che ha vissuto. Questo per me è importantissimo: scrivere significa avere delle storie da raccontare.
Dieci anni fa, quando lessi The Last of the Savage, continuavo a pensare a quel libro anche dopo mesi che lo avevo finito. E’ probabilmente uno dei 10 romanzi più belli che ho letto (non che questo significhi gran che) e sicuramente il più bello di McInerney.
Venti anni fa, quando lessi Le mille luci di New York (Bright Lights, Big City) mi fece lo stesso effetto. Un romanzo perfetto, un colpo di fulmine. Lo regalai a tutti i miei amici.
Purtroppo questa cadenza di un grande romanzo ogni dieci anni non ha funzionato; almeno per me, il colpo di fulmine con questo romanzo non c’è stato. Sarà perché non riuscivo a identificarmi, a “tifare” per nessuno dei personaggi? Ma neanche in The Last of The Savage potevo. Però in quella storia c’era un respiro epico che in questo libro non c’è.
The Good Life ha dei buoni momenti, e dei momenti tediosi. Fra i momenti migliori c’è il contrasto fra la New York sofisticata e il Sud rurale degli Stati Uniti (che era un’elemento chiave di Last of the Savage) Fra i momenti più noiosi, le conversazioni degli amici sofisticati di Russel e Corrine (fatta eccezione per Washington, che è fichissimo) e gli eventi mondani di Sasha e Luke.
Un osservazione carina la fa Jim Crespi, amico di Russel e regista di Hollywood negli anni ’70: in quegli anni i produttori di Hollywood si resero conto che non erano più capaci di fare i film, e si affidarono a dei giovani (Scorsese, Altman, Coppola, Cimino…) che ribaltarono il cinema. Poi un anno vado a vedere “Pulp Fiction”, e mi ritrovo a vedere un film dove tutto è fatto per finta, esagerato e ironico. Mentre il cinema dei ’70 era tutto sull’onestà e la verità, quello che va adesso è un cinema di strizzate d’occhio e di scherzi. (Non ho sottomano il libro, se no metterei la citazione esatta.) Nel romanzo Jim scompare sotto le torri.
In conclusione…
Se non hai mai letto McInerney, comincia dai due che ho elogiato qui sopra. Non te ne pentirai. (Statisticamente, questo autore piace molto di più ai maschi. Non so perché.) Se conosci McInerney, questo è un buon libro: ma non è uno dei suoi libri “A”. Mettiamolo insieme ai suoi libri “B”, come Riscatto (Ransom) o Tanto per cambiare (The Story of My Life).